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La manipolazione delle taglie

Quando non entri più nella “tua” taglia.. ma sei tu o la taglia?

di Chiara Salomone
3 min

Entrando in negozio quante volte ti sei sentita chiedere: “Qual è la tua taglia?” o semplicemente: “Secondo me sei una….”

Forti dell’idea di conoscere la “nostra taglia” facciamo shopping con una certa destrezza ma poi spesso ci accorgiamo che la 42 di una marca è molto diversa rispetto alla 42 di un altro brand. Nel tuo armadio e/o in quello delle tue clienti ti sarai accorta che convivono taglie diverse ma che tutte riescono a vestire perfettamente il corpo.

Il duro colpo delle taglie che cambiano

Oramai ci siamo abituati ma questo è motivo di destabilizzazione. Uno studio pubblicato sul Journal of Gender & Society ha scoperto che le donne subiscono un duro colpo alla loro autostima quando non rientrano più nella loro solita taglia. La ricerca rivela anche che quando il vestito non va la colpa viene data al corpo e non al vestito.

Spesso infatti l’odio per lo shopping deriva da questa sensazione di inadeguatezza rispetto agli abiti. La perdita di certezza della taglia crea confusione anche a livello psicologico

La maggior parte dei brand segue sistemi americani standardizzati obsoleti che si basano su un piccolo campione di donne bianche, magre e a forma di clessidra. Se da un lato la standardizzazione ha consentito la nascita dell’industria della moda moderna, perchè ha permesso di produrre su larga scala superando i limiti della sartorialità, dall’altro ha lasciato il posto alla piaga del “vanity sizing“.

Misure alterate?

Il vanity sizing è la pratica di alterare le misure per consentire ai clienti di adattarsi a taglie più piccole. Poiché gli standard di bellezza occidentalizzati esaltano la magrezza, quando scopriamo che possiamo indossare abiti di taglia più piccola, gli studi dimostrano che inconsciamente ci sentiamo più positivi nei confronti di noi stessi. I marchi utilizzano questa tattica perché questa positività ci fa spendere di più.

Alcuni brand mettono in atto anche la strategia contraria ovvero utilizzano taglie più piccole della media (Zara e Shein ad esempio) e questo, come dimostra uno studio pubblicato sul Journal of Consumer Psychology ha rivelato che vedere che la nostra solita taglia è troppo piccola ci mette in una condizione di stress per cui possiamo mettere in atto una risposta compensativa e quindi acquistiamo: in sostanza, finiamo per acquistare di più per alleviare i presunti “problemi” del nostro corpo.

Se i marchi sanno che possono incoraggiarti a spendere di più sfruttando la possibilità di mettere in discussione la tua immagine corporea, gonfiando anche solo per pochi secondi la tua autostima e umiliandoti subito dopo, che incentivo hanno per omologare e sistemare le etichette? Assolutamente nessuno. Infatti, l’unico buon segno è che a seguito dei numerosi resi effettuati, soprattutto sugli acquisti on line, a causa delle taglie errate molti marchi stanno rivendendo la modalità con cui vengono definite le taglie.

Ti lascio qualche suggerimento che puoi condividere con le tue clienti per a fare acquisti in modo più consapevole:

Adesso lo sai…

La conoscenza e la consapevolezza dei problemi di etichettamento e definizione delle taglie funge da scudo. È dimostrato che se sappiamo che un marchio utilizza tecniche di modifica delle taglie per vendere, la tattica non funzionerà.

Non guardare la taglia ma le misure

Non guardare mai la taglia sull’etichetta ma utilizza le tabelle di misurazione o ancora meglio sarebbe se riuscissi a farti prendere le misure con un metro, paragonandole poi con quelle indicate dal brand e potrai renderti conto immediatamente che non è solo una questione di dimensioni del corpo, ma anche di proporzioni, forme e distribuzione del peso. Sono proprio tutte queste variabili che rendono i corpi impossibili da standardizzare nel modo in cui lo fa la produzione di massa.

Mantieni il focus sul tuo valore

Non permettere ad un numero di definirti e/o di mettere in discussione chi sei e quanto vali.

Gli studi dimostrano anche che avere un’elevata autostima può rendere gli acquirenti immuni dall’influenza di questi meccanismi di marketing basati sulla manipolazione delle taglie. Lamor proprio è a prova di etichetta!

Ricorda che i vestiti dovrebbero funzionare per te – e non viceversa!

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