Sommario
La settimana della moda uomo di Milano è appena terminata e dal mio punto di vista, ovviamente filtrato dall’attitudine a guardare la moda da una prospettiva psicologica e legata al benessere la Milano FW Uomo 25/26 è stata una rilevazione nonostante le premesse non fossero rassicuranti. Alla vigilia della frenetica kermesse fatta di sfilate di designer, modelli imbronciati e street style da capogiro, la notizia che marchi come Gucci e Fendi avessero spostato il loro focus sulle collezioni femminili unisex, unita all’assenza di JW Anderson e Martine Rose, aveva creato una sorta di pregiudizio collettivo: un calendario che sembrava promettere poco. Tuttavia, questa aspettativa “scarica” è stata un perfetto esempio di come la mente possa ingannarsi, sottovalutando il potenziale. Ovunque abbia guardato negli ultimi giorni — dagli scatti di Vogue Runway alle storie Instagram — è emersa una creatività che non solo sorprendeva l’occhio, ma nutriva anche l’immaginazione e, perché no, lo spirito.
I “Grandi” emozionano ancora
Lo show di Prada è stato una corsa emozionante, reso ancora più elettrico dall’atmosfera dei visitatori, mentre marchi come Canali e Ralph Lauren hanno celebrato il benessere attraverso tessuti morbidi e sartorialità ironica.
Zegna, con le sue colline e un John Turturro magnetico, ha regalato una sensazione di connessione con la natura e la semplicità delle cose autentiche. Persino eventi come il matrimonio a sorpresa di Jordan e Luca di JordanLuca ci hanno ricordato l’importanza dell’imprevedibilità e del celebrare i legami umani.
Pelliccia: protezione e calore
Soffermandoci sul ruolo della moda nel nostro benessere, emerge un elemento fondamentale: l’abito non è solo una scelta estetica, ma anche un messaggio psicologico. Non sorprende quindi che uno dei trend dominanti dell’Autunno/Inverno 2025/26 sia stata la pelliccia — vera o sintetica — che evoca un senso di protezione e calore, quasi un ritorno primordiale a un comfort rassicurante. Da Prada a Dolce & Gabbana fino a Giorgio Armani, enormi cappotti pelosi e dettagli soffici ci hanno parlato di una necessità umana di sentirsi avvolti e protetti. È un omaggio visivo e sensoriale a ciò che ci fa sentire al sicuro, quasi come se la moda stesse rispondendo a un bisogno collettivo di stabilità e sicurezza in un mondo sempre più frenetico.
Prada: “Stiamo lavorando in modo istintivo, quasi selvaggio”
La collezione F/W25 di Prada, intitolata Unbroken Instincts, è stata un viaggio nella complessità della mente umana. Raf Simons e Miuccia Prada hanno saputo giocare con l’idea di istinto, mescolando pezzi che sembravano non avere alcuna coerenza apparente, ma che proprio per questo ci hanno sfidati a vedere la bellezza nell’inconsueto. Simons stesso ha dichiarato: “Stiamo lavorando in modo istintivo e quasi selvaggio, lasciando che le cose si uniscano anche se non sembrano destinate a farlo”. Questo approccio, quasi terapeutico, ci invita a riflettere sull’importanza di accogliere il caos e di trovare armonia nella complessità — una lezione preziosa per il benessere psicologico.
Cambiare, sperimentare, rallentare
Marchi storici come Armani, Dolce e Zegna hanno dimostrato che il cambiamento non è solo necessario, ma può anche essere profondamente rigenerativo. Emporio Armani, con le sue stampe audaci e i colori vivaci, ha portato una ventata di leggerezza e gioia, quasi come se ci stesse invitando a sperimentare la moda come strumento di espressione emotiva e liberazione. Zegna, con il suo show immerso nella natura, ci ha ricordato il valore della semplicità e del rallentare, un messaggio essenziale per una generazione spesso sovraccarica di stimoli.
Una nuova fase
Un altro momento di introspezione psicologica è arrivato dalla collezione di Magliano. Più sobria, matura e riflessiva, ha trasmesso un senso di crescita e stabilità, come se il brand stesse simbolicamente abbracciando una nuova fase della sua identità. In un panorama sempre più competitivo, Luca Magliano ci ha insegnato che anche rallentare, semplificare e radicarsi può essere un atto rivoluzionario.
Non solo estetica
In definitiva, la Milano Moda Uomo non è stata solo una celebrazione estetica, ma un’esperienza che ha toccato corde emotive e psicologiche profonde. I capi, gli eventi e i momenti che abbiamo visto non erano solo manifestazioni di creatività, ma anche strumenti per riflettere su noi stessi, sulle nostre emozioni e sul nostro modo di vivere il mondo. E forse, è proprio qui che la moda diventa davvero potente: quando non si limita a vestire il corpo, ma nutre la mente e l’anima.