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Il restyling del guardaroba. Parole d’ordine: fare, disfare, creare e reinventare

Restyling guardaroba con Giulia Paolucci: “L’armadio è lo scrigno del nostro Io, dei nostri Sè più veri”

di Redazione
intervista giulia paolucci

Solare, energica e determinata a diventare una consulente d’immagine affermata. Giulia Paolucci porta avanti i propri sogni specializzandosi nel restyling del guardaroba. “La mia Passione, il tuo Armadio!” è lo slogan di questa giovane e intraprendente image consultant. Consapevole dell’impatto emotivo ed ambientale del suo mestiere.

Come è iniziato il tuo percorso nella consulenza d’immagine? Quale era la tua strada prima di incontrare la consulenza?

Tutto è iniziato da due mie passioni. Quella per la moda, che ho fin da quando sono bambina, e quella che ho maturato per il riordino e il restyling del guardaroba. Un’attitudine che ho scoperto durante il lockdown

La prima è sempre esistita in me, si esprimeva soprattutto per l’amore verso gli abbinamenti e la creazione di outfit. Da piccola mi divertivo a vestire la mia migliore amica con le stoffe del baule di mia nonna. La facevo sfilare e trascorrevo le ore a disegnare vestiti e fingere di venderli.

Sono sempre stata affascinata dal mondo dell’immagine. Ho cercato sempre, durante il mio percorso studi e professionale, di avvicinarmi a questo settore e farne la mia professione.

Mi sono laureata in economia con una tesi incentrata sul marketing della moda. Ho proseguito con un master in Marketing della moda e beni di lusso”. A questo punto circostanze personali mi hanno allontanato da questo settore, ma è sempre rimasto il mio sogno nel cassetto.

Quando durante il lockdown io e tutto il mondo ci siamo fermati ho avuto il tempo di leggere, di approfondire. E anche di mettere in pratica tutte le tecniche di riordino e riorganizzazione dell’armadio che ho appreso studiando.

Mi sono quindi chiesta: “Come potrei farne una professione?”. Ed è così che tutti i pezzi del puzzle della mia vita si sono uniti. Ho maturato la consapevolezza che per riordinare il guardaroba, farlo in un’ottica strategica, sarei prima dovuta essere una consulente d’immagine.E così ho capito che questa era finalmente la mia strada nel settore che da sempre ho amato.

Quale era la tua strada prima della consulenza d’immagine?

La mia strada è sempre stata orientata verso la ricerca di un lavoro nel fashion system. Per un anno circa ho vissuto a Londra per migliorare il mio inglese. Poi, ho lavorato a Milano in un’azienda del settore.

L’amore mi ha riportato alla mia città natale, Terni, nella verde Umbria. Lì ho iniziato a lavorare per una web agency che lavora a livello nazionale, dove attualmente ancora lavoro. Porto quindi avanti in contemporanea queste mie due attività. Con la speranza che quella che sento nel profondo sia la mia strada, possa diventare l’unica.

Se dovessi raccontare la tua professione con 3 aggettivi quali useresti e perché?

Stimolante, creativa ed empatica.

È una professione stimolante perché ci sono continue sfide da affrontare, persone nuove da conoscere e da capire. Oltre ad argomenti nuovi da imparare. È un mestiere in cui bisogna tenersi sempre aggiornati, al passo con le mode, le tendenze.

Non si finisce mai di imparare e di studiare. Ogni cliente che incontra il nostro cammino è un mondo nuovo da capire, accudire e sorprendere. Amo le sfide, sono attratta dalle novità ed è per questo che la consulenza d’immagine è per me estremamente entusiasmante. Mi fa sentire viva in ogni momento.

Creativa: mi definiscono così da sempre. Riesco ad esprimere questo lato del mio carattere proprio attraverso il lavoro image consultant. Soprattutto quando mi occupo di restyling del guardaroba. Riuscire a creare dei nuovi outfit, dare nuova vita a dei capi inutilizzati e creare nuovi abbinamenti. Mi permette di esprimere tutto il mio estro, nel rispetto in primis dello stile, delle preferenze e personalità delle clienti.

Anche i moodboard che rilascio alla fine delle mie consulenze sono un mezzo di assoluta creatività. Mi permettono di dimostrare quanto questa professione consenta di essere originali. Personalizzare ogni singolo momento per rendere esclusiva ed unica l’esperienza per i miei clienti.

Infine, empatica. Perché entrare in contatto, in sinergia, con il cliente è ciò che amo di più in assoluto di questa professione. La sensibilità, la delicatezza e l’empatia sono aggettivi che spesso mi attribuiscono come persona. E li ritrovo completamente nella professione del consulente d’immagine.

Per aiutare qualcuno, bisogna prima di tutto capirlo e comprendere le sue esigenze, mettersi nei suoi panni ed agire. Rispettando la sua personalità ed il suo punto di vista. Questo è ciò che faccio quando le persone si rivolgono a me e, in generale, con coloro che mi circondano. La mia naturalezza e sensibilità, sicuramente, sono un valore aggiunto per aiutare chi si affida a me.

Dove prendi ispirazione per gli abbinamenti/outfit che suggerisci ai tuoi clienti per il restyling del guardaroba?

I consigli che suggerisco alle mie clienti nascono da un percorso formativo professionale svolto presso un’Accademia di Alta Formazione. Questo mi ha permesso di acquisire tutte le competenze e le conoscenze in ambito di consulenza d’immagine. Da quelle che riguardano i colori e le forme, fino allo stile e gli abbinamenti.

Per dare degli spunti interessanti ed utili alle mie clienti cerco di trovare degli esempi concreti, reali e “ispirazionali”. Esempi che possano ritrovare nei negozi e nella realtà.

Fare abbinamenti per me è sempre stato molto semplice perché mi viene naturale creare accostamenti di colori nuovi. Abbinare i capi del guardaroba in modo diverso e creare outfit originali.

Tra le mie amiche sono sempre quella che riceve il messaggio: “Giulia, come posso abbinare questa camicetta? Giulia ci sta bene questa giacca con questa blusa?”. Di conseguenza, i suggerimenti che dò alle mie clienti sono un insieme tra conoscenze e creatività.Eanchedi studio di tendenze e trend della moda.

La creazione di un outfit da dove parte?

La creazione di un outfit nasce dalla conoscenza della cliente. Passa per uno studio non solo dei colori e delle forme valorizzanti, ma anche del suo stile di vita. Delle abitudini e delle preferenze stilistiche. Cerco, prima di tutto, di capire la personalità che ho di fronte. Solo così posso creare outfit che non solo rispettino la sua palette e valorizzino la forma di corpo e viso. Ma che soprattutto rispecchino la sua personalità ed il suo stile.

Penso sia poco efficace creare un outfit che non rappresenti quella persona in tutto e per tutto.
A livello tecnico, comunque, il punto di partenza è sempre l’occasione d’uso. Poi proseguo con l’introduzione di tutti capì che potrebbero essere utilizzati e, infine, seleziono i Must-Have

Cerco poi di creare da un capo-pass-partout del guardaroba più outfit ed alternative differenti. L’obiettivo è di abituare il cliente a giocare con la moda e liberare la propria creatività. Seguendo ovviamente le regole del dress-code e le mie linee guida.

Se dovessi identificare la tua “specialità” quale sarebbe?

Mi piace far capire ciò che realmente mi specializza, con un claim “La mia Passione, il tuo Armadio!”. 

Sono una consulente d’immagine specializzata in restyling del guardaroba e, sebbene tragga soddisfazione da tutte le analisi che compongono il percorso di consulenza d’immagine, quella che mi fa sentire più centrata è proprio il decluttering. Fare, disfare, creare e reinventare e si, anche sistemare, sono tutte attività che mi entusiasmano. 

L’armadio è un posto speciale per ognuna di noi. Non è soltanto un contenitore di abiti e accessori, ma lo scrigno del nostro Io, dei nostri Sé più veri. Aprendo l’armadio di qualcuno si scopre il suo modo d’essere, d’apparire, ma anche com’era in passato e come vorrebbe diventare.

È uno scrigno prezioso e per questo bisogna entrarci in punta di piedi. Quello che faccio è entrare negli armadi delle mie clienti con premura, attenzione e delicatezza.Perché è come se mi affidassero un pezzetto del loro essere e questo mi fa sentire speciale.

Ho anche creato un acronimo che esprime il metodo che utilizzo: I’ho chiamato metodo A.R.C.C, Analyze, Remove, Change and Create. Perché parto dal tuo armadio per creare una nuova te o mostrare la versione migliore di te!

Quale senti sia il valore più importante che riconosci al tuo lavoro?

Il valore che attribuisco al mio lavoro è proprio la possibilità che ho, grazie alle mie consulenze, di creare un valore aggiunto ad un armadio che esiste già. Partendo dall’armadio delle mie clienti riesco a toccare tutti gli aspetti che riguardano la consulenza d’immagine. Aiutarle a vedersi con occhi diversi ed apprezzare loro stesse ed i loro abiti, sentendosi rappresentate dal loro guardaroba.

Inoltre, grazie soprattutto a questo restyling dell’armadio, si riesce ad essere sostenibili. Si può riciclare e sfruttare ciò che si ha ma che non si utilizza, dandogli nuova vita. Si riesce a lasciare andare i capi che non sono adatti alla nostra fisicità o ai nostri colori. A creare dei nuovi abbinamenti uscendo dalla propria comfort zone. È questo il valore aggiunto di cui parlo, si acquisisce consapevolezza, sicurezza e autenticità

Hai mai scelto di rifiutare una consulenza? Se si perchè?

No, sinceramente non mi è mai capitato. Difficilmente riesco a dire di no perché cerco sempre di andare incontro a chi mi chiede un aiuto. Che sia in ambito estetico come nel nostro settore, sia umano.

Cosa vedi nel tuo futuro di consulente d’immagine?

Nel mio futuro sarò una consulente d’immagine riconosciuta ed affermata in Italia, come specialista nel restyling guardaroba. Ho la speranza che la regione in cui vivo si apra a questo mondo.Che riconosca il giusto valore a questa splendida professione.

Anche per questo faccio parte del Board direttivo di ASI, Asso Style Image, prima associazione italiana del consulente d’immagine. Ho molti progetti e tante idee da sviluppare. Vorrei integrare il mio servizio di restyling del con sedute di personal shopper e creare un servizio di consulenza on-demand.

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