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Benessere, moda e impegno sociale: la visione di Emanuela Alberio

Dai numeri alla creazione di un brand che veste le donne così come sono, con un tocco di classe e tanto cuore

di Annalisa Tortora
4 min

Ciao Emanuela, raccontami di te!

Sono Emanuela Alberio, ho 48 anni e sono un’imprenditrice, una mamma, una compagna e una moglie! Amo definirmi così perché sono tutti ruoli importanti nella mia vita ma sono da differenziare sempre molto bene per non rischiare di fare pasticci! Io nasco nel mondo dei numeri quindi ho sempre gestito le mie aziende a livello amministrativo. Per una mia passione e per la grande curiosità che mi caratterizza, anni fa, mi sono avvicinata al mondo del benessere che all’inizio gestivo a livello amministrativo. C’è voluto poco perché ne comprendessi l’importanza profonda e così ho capito il bello di potersi occupare della bellezza delle donne, del loro benessere. Da quel momento, erano gli anni ‘90, ho iniziato ad aprire centri benessere e nel 2006, condividendo il progetto con le mie sorelle, ho aperto centri più piccoli nella provincia di Como e due a Milano. Queste attività permangono come realtà molto solide, soprattutto nel territorio milanese e oggi sono diventate un punto di riferimento nel settore.

E come sei arrivata alla moda?

Ci sono arrivata per uno strano gioco del destino: mia sorella più piccola manifestava l’entusiasmo di entrare a far parte di un’operatività più quotidiana dei centri, non più tanto nella parte del backstage, quanto dell’aspetto più tecnico e a quel punto, all’alba dei miei quarant’anni, mi sono detta che era il momento di facilitare e cooperare affinché avvenisse l’avvicendamento generazionale e, con grande gioia nel cuore, ho passato a lei il testimone. A quel punto, io, come imprenditrice, mi sono fatta delle domande: avevo parecchio tempo libero e sapevo di poter dare ancora tanto alla mia professione anche se in ambiti diversi dall’estetica e così ho cominciato a guardarmi in giro e soprattutto a guardarmi dentro. Negli anni, infatti, io stessa sono cambiata molto come donna, ho avuto due gravidanze un po’ avanti con l’età ed entrambe le gravidanze mi hanno restituito anche una fisicità diversa, con qualche chilo in più. Subito dopo l’arrivo di Vittoria si è aperto un nuovo capitolo della vita di una donna che è la menopausa e naturalmente sono iniziate a cambiare le forme, mi sono osservata, mi sono guardata intorno e ho visto le donne e le loro esigenze e da lì mi è venuta la grande ispirazione di creare un brand che non solo vesta le donne ma che le rappresenti così come sono.

Quindi c’è una filosofia dietro a Numa

Io non vesto le donne catalogandole su taglie, tutto è in taglia unica, cambia solo il modo in cui indossi un capo. Così è nata Numa Milano. Ho cominciato a lavorare con i tessuti, con i laboratori, dando vita alla prima collezione e poi con il tempo sono arrivata anche ad aprire un ecommerce diventando un punto di riferimento, in tutta Italia, per le donne che amano vestire e valorizzarsi esattamente per quelle che sono: la mia fonte d’ispirazione sono le donne. Ho aperto questa attività in un secondo momento della mia vita, un momento in cui potevo sentirmi già abbastanza realizzata ma in realtà ho scelto di spingermi un po’ oltre ed ho imparato a tirare fuori nuove abilità e a lavorare in un settore totalmente nuovo, perché, al di là di essere una buona cliente che faceva shopping, mi sono trovata a dialogare con i laboratori, acquisto tessuti, lavoro con online, una cosa che non era nelle mie corde fino a poco tempo fa, avevo più abilità al pubblico, con i negozi fisici. Numa è stata veramente una sfida e oggi è un grande successo.

Se dovessi identificare le caratteristiche dei tuoi vestiti quali sarebbero?

Il mio non è un negozio di abbigliamento ma è proprio un modo di vestire le donne con uno stile chic ed elegante ma allo stesso tempo comodo e pratico, con questa versatilità dei capi condita con un tocco di classe in total look. La praticità che ho dovuto a ritrovare nel mio stile, questo mio cambio look, ha veicolato la filosofia del mio brand e così grazie a un cambio accessorio o un cambio scarpa un outfit molto semplice si può trasformare in uno più consono per un’occasione speciale, anche per una cerimonia se vogliamo, eppure, indossato con un paio di sneakers è anche perfetto per “tutti i giorni” con gusto e con le mille sfaccettature dei colori che sono in collezione. 

Una tua caratteristica è l’impegno sociale

Ho sempre avuto questo forte desiderio di condividere la mia vita con le persone, ho sempre pensato che questo era un valore aggiunto e così ho fatto anche per la meravigliosa storia della mia secondogenita Vittoria, una storia di vita e di speranza. Al terzo mese di gravidanza è stata diagnosticata a Vittoria una malformazione polmonare congenita molto grave. La fortuna di vivere in una città come Milano ci ha permesso di capire quali sarebbero state le conseguenze e come affrontare questa malformazione, fortunatamente riconosciuta ma poco conosciuta; così, grazie a un’operazione che si fa ai bambini una sola volta nella vita, diamo loro l’opportunità di avere un’aspettativa di vita molto alta senza alcun tipo di conseguenza. Questo percorso mi ha permesso di metabolizzare tutto quello che era successo in 9 mesi di gravidanza fino alla sua nascita, ho compreso appieno quanto la vita mi abbia dato veramente tanto e ho sentito di avere tanto da restituire a questa vita. La mia è una storia di grande rinascita e quindi ho scelto di far parte in maniera attiva dell’Associazione CCAM, dando il mio contributo attraverso Numa e con ogni capo venduto riconosco un aspetto economico all’Associazione per dare un supporto a tutte le famiglie che hanno vissuto quello che abbiamo vissuto noi ma semplicemente non hanno la fortuna di vivere in una città come Milano, dove tutto, per me, è stato semplice a livello di distanze e di strutture ospedaliere. Banalmente, e ci sorrido, io andavo a fare le visite in motorino, ma quando ricevi una notizia del genere e ti trovi magari a vivere in una piccola provincia ti cade il mondo addosso non solo per la notizia ma anche perché hai bisogno di spostarti, magari sei costretta ad essere sradicata dalla tua famiglia o dal tuo paese per alcuni mesi ed è qui che interviene l’Associazione Bambini con la CCAM, pagando gli spostamenti, gli alloggi, le visite mediche.

Poi, con grande orgoglio, collaboro anche con un’altra associazione, Difesa Donne, che si occupa di violenza delle donne. Anche questa è una storia che mi tocca molto da vicino: c’era una ragazza, Monica, abbiamo vissuto nello stesso quartiere quando io mi sono trasferita dalla mia piccola provincia e purtroppo la sua storia è una storia veramente molto comune. Definisco Monica come l’amica della porta accanto, la tua migliore amica, la sorella che purtroppo ha avuto una relazione sbagliata e oggi non c’è più e grazie al contributo della mamma, mio e di altre persone, portiamo uno spettacolo teatrale nelle scuole medie superiori con l’obiettivo di far capire che cosa c’è dietro a questo aspetto psicologico. Lo spettacolo non è tanto una storia da raccontare, perché purtroppo non è a lieto fine, ma la storia di Monica può sensibilizzare le femmine ed educare un po’ i maschi e anche questo è un altro mio grande “perché” di tutti i giorni, che riempie le mie giornate.

Torniamo alla moda: è vero che sentirsi bene nei propri abiti può fare la differenza?

La moda mi ha sempre aiutata: fin da ragazzina, fa un po’ sorridere me ne rendo conto, la mia “non altezza” mi ha dato da fare, sono una donna di un metro e cinquantacinque e ho sempre vissuto in simbiosi con i tacchi. Il tacco dodici era veramente l’elemento irrinunciabile, mi dava quel tocco di sicurezza, di personalità, lo indossavo con ogni tipologia di outfit. Tutto questo è venuto a cambiare con l’andare avanti degli anni, con l’esigenza di praticità, con i bambini e con i chili lasciati dalle gravidanze: il tacco dodici non non faceva più parte della mia giornata quindi mi sono dovuta inventare un nuovo stile che doveva essere chic ma comodo, ordinato e completo grazie anche agli accessori abbinati e coordinati al total look. La moda mi ha proprio aiutata a sentirmi bene con me stessa in tutte le mie evoluzioni e oggi per me significa dare alla donna un’identità propria che la rispetti e la rispecchi per come è, qui ed ora. E’ un elemento che mi accompagna nel quotidiano perchè io sono l’esempio di donna che se al mattino indossa qualcosa di improvvisato e non si piace.. beh, sarà proprio una di quelle giornate che non vedo l’ora che finisca, perché non mi sento a mio agio e invece, al contrario, quando indosso qualcosa che mi valorizza sto proprio bene e agli occhi degli altri si percepisce.

Le mie interviste finiscono sempre così: esprimi un desiderio e raccontamelo..

Il mio più grande desiderio è riuscire a rendere le donne migliori facendole sentire bene grazie all’abbigliamento, ai tagli, ai colori. In parte è un desiderio che realizzo già quotidianamente, lo scopro grazie ai feedback che ricevo dalle clienti che si sentono rispecchiate dal mio progetto, che si sentono bene “nei loro panni”, valorizzate, riconosciute. Guardando al futuro, che poi è uno degli input con cui il progetto è nato, vorrei che Numa fosse un brand da condividere con le donne non solo a livello pratico ma anche in termini professionali, quindi, che tu sia una consulente d’immagine o un’esperta di moda, il brivido di follia a livello imprenditoriale ce lo metto io, anche a livello di responsabilità, ma il vero valore aggiunto per il brand è la condivisione con diverse professionalità che possano trovare e condividere in Numa una piccola parte della loro identità.

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