Sommario
Oggi conosciamo una consulente d’immagine che ha saputo intrecciare la sua passione per la moda alla formazione in psicologia e alle competenze apprese per diventare una professionista dell’immagine senza accontentarsi delle semplici basi ma cercando un approccio innovativo e personalizzato: oltre le tradizionali tecniche di valorizzazione dell’aspetto esteriore c’è molto di più. Sin da piccola, la moda, era per lei un mondo affascinante, ma la sua formazione iniziale in psicologia e successivamente in comunicazione integrata per le imprese ha aperto nuove prospettive, facendole scoprire il potenziale della consulenza d’immagine come strumento di benessere e autoconoscenza. La sua esperienza nel settore, arricchita da una formazione specialistica l’ha spinta ad approfondire le neuroscienze applicate alla moda, avvicinandosi così alla consulenza d’immagine integrata.
Questo nuovo approccio, che non si limita a suggerire come vestirsi, abbraccia anche la sfera psicologica e mira a un benessere complessivo che trasforma il modo in cui ci vediamo e ci sentiamo attraverso l’abbigliamento. Incoraggiare le persone a scoprire la propria identità, aiutandole a comunicare loro stesse con maggiore consapevolezza è l’avanguardia della consulenza d’immagine che Lucrezia ha abbracciato e che con entusiasmo si prepara a veicolare.
Raccontami di te: da dove parte il tuo viaggio nella consulenza d’immagine?
Fin da piccola amavo sfogliare le riviste di moda e di abiti da sposa e mi immaginavo con indosso i capi e gli accessori che preferivo. Nonostante questo mio grande interesse per la moda e per l’arte, che ho sviluppato ancor di più durante gli anni delle superiori, frequentando l’Istituto d’Arte della mia città, decisi di iscrivermi alla triennale di Psicologia per seguire un’altra mia grande passione, la criminologia. Questo percorso di studi mi ha dato tanto, ma sentivo che mi mancava quella parte “più artistica”e per questo ho deciso di lavorare come commessa in alcuni negozi di abbigliamento e accessori e di conseguire la magistrale in Comunicazione integrata per le imprese e le organizzazioni, iniziando poi a collaborare con alcuni uffici di comunicazione per progetti dedicati all’arte contemporanea. Arrivata la pandemia ho capito che volevo cambiare qualcosa, non ero ancora soddisfatta del mio lavoro. In quel periodo si parlava tanto di armocromia e di consulenza d’immagine e decisi di lanciarmi in questo mondo così affascinante. Portai a termine il percorso dedicato alla consulenza presso un noto istituto italiano e inizia la mia attività di consulente d’immagine a Trieste. Questo lavoro mi permise fin da subito di unire la mia grande passione per la moda al bisogno di ognuno di noi di cercarsi e ritrovarsi. Ad oggi sono felice di questa scelta presa anni fa e sono sempre più convinta dell’enorme potenziale che ha questo lavoro.
Quali credi siano i capisaldi di questo mestiere?
Primo fra tutti, direi la professionalità. Come per ogni figura lavorativa, trovo fondamentale esprimere le proprie competenze tramite la conoscenza approfondita della materia, le modalità di comunicazione, l’attenzione per il cliente. E legata a questo primo caposaldo c’è la formazione, un fattore molto importante; deve essere solida e soprattutto continua. Studiare le basi delle varie discipline porta una conoscenza iniziale che per la consulente d’immagine è fondamentale, ma i mondi della moda, dell’estetica, della valorizzazione di sé sono sempre in movimento e in continuo mutamento, quindi credo sia un passaggio significativo il rimanere aggiornati per poter offrire un servizio sempre più completo e personalizzato. L’essere empatici aiuta molto nel rapporto con il cliente, per capire i suoi bisogni, i suoi desideri, l’umore, i suoi interessi, i disagi che può avere, affinché si instauri un rapporto di fiducia. Infine, credo che la passione sia fondamentale per questo lavoro. Svolgere il lavoro che si sceglie è sicuramente una fortuna, ma è con determinazione che si costruisce passo dopo passo la propria figura professionale e riuscendo a comunicare questa passione si riesce a fare la differenza.
So che ti stai formando e stai approcciando alla “Consulenza integrata”, cosa significa? Che differenza c’è con la “Consulenza canonica”?
Il master che sto seguendo ha cambiato il mio modo di vedere la consulenza d’immagine. Rispetto alla consulenza “classica”, che si concentra sulla valorizzazione dell’immagine del cliente attraverso il colore, le forme e lo stile, la consulenza integrata di Accademia Consulenza d’Immagine, docente Chiara Salomone, prevede l’aggiunta della sfera psicologica personale, con l’obiettivo di utilizzare l’abbigliamento come strumento di comunicazione strategico e di benessere. Questo nuovo approccio promuove l’idea dell’abbigliamento positivo, dove l’abbigliamento viene inteso come uno strumento per lavorare sul benessere andando ad aumentare la soddisfazione personale e migliorare l’immagine corporea di sé.
Quale valore aggiunto sai di poter apportare al tuo lavoro (e ai tuoi clienti) sfruttando questo nuovo approccio?
La consulenza di immagine “classica” ha delle solide basi ed è fondamentale per approcciarsi alla propria figura, per imparare a valorizzarsi attraverso l’abbigliamento, il make-up e l’hair styling. Sicuramente si tratta di una buona base da cui partire, ma la trovo incompleta. La consulenza di immagine integrata prende tutte le analisi tecniche, colore, forme e stile, e le elabora sulla persona inserendo la componente psicologica. Così facendo, si eleva la consulenza classica a un livello estremamente identitario, che non tenda più solo ad incasellare il cliente in determinate categorie predefinite ma che vada a individuare la personalità di ognuno, lavorando sull’abbigliamento per definire al meglio quanto si vuole comunicare, aumentando il benessere personale. Questo approccio è quello che mi mancava, unisce la moda alle neuroscienze e mi permette di offrire un servizio unico totalmente personalizzato, che sono sicura potrà stravolgere il modo di vedere la consulenza d’immagine e porterà ulteriore beneficio a chi desidera conoscere e lanciarsi in questo nuovo percorso.
Secondo te cosa servirebbe a questa professione per essere opportunamente accreditata?
La consulente d’immagine spesso viene vista come una figura non del tutto professionale, quasi come se fosse un hobby più che un lavoro vero e proprio. Le varie tipologie di consulenza, come l’analisi del colore, che nell’ultimo periodo è esplosa sui social, non sempre vengono prese sul serio perché spesso sono raccontate in modo povero e semplicistico. Il nuovo approccio della consulenza integrata, che unisce la funzione pratica e di immagine dell’abbigliamento alla sfera personale e psicologica, è sicuramente un passo in avanti per rendere più solida la consulenza d’immagine. L’idea di un albo professionale porterebbe un valore aggiunto, per riconoscere ancora di più la valenza della consulente d’immagine.
Esprimi un desiderio (professionale) e raccontamelo
Sono una persona molto pratica, parlare di desideri non è facile per me. Partirei dal percorso che sto affrontando adesso, dal master in Neuroscienze e Psicologia positiva per la moda, per dirti che non vedo l’ora di far conoscere questo nuovo approccio alla consulenza e di poterlo mettere in pratica. Il mio desiderio è quello di riuscire a comunicare ai miei clienti il valore immenso che ha, affinché non si fermino alla consulenza classica ma che sentano la voglia, l’interesse, la curiosità di approcciarsi a sé stessi giocando con l’abbigliamento. L’atto di vestirsi ogni giorno non deve essere un ostacolo, un motivo di ansia, ma può essere visto come uno strumento per comunicare con sé stessi e con gli altri, ricercando benessere nei colori, nelle forme, nei tessuti e in qualsiasi cosa indossiamo.