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Birmingham, 5 luglio 2025, è il teatro di un evento che, dato il singolare allineamento temporale, difficilmente verrà dimenticato. Una folla vestita di nero, cuori vibranti e i più grandi della musica rock e metal da generazioni, dai Guns’n Roses ai Metallica, dai Pantera agli Aerosmith. Era stato annunciato al grande pubblico come un addio alla musica, ma pochi giorni dopo è diventato un altro addio. Il concerto-evento tenuto da Ozzy Osbourne nella sua città è diventato, nel giro di poche settimane, una commemorazione involontaria ma potentissima: il 22 luglio, il Principe delle Tenebre si è spento a 76 anni, lasciando un segno nella storia della musica e nella cultura visiva che da decenni si alimenta dell’estetica rock e metal.
Sentiamo spesso dire “non ha inventato niente” parlando di questo o di quell’artista. In questo caso possiamo dire con fermezza che Ozzy ha inventato non solo uno stile musicale ma un universo di simboli e significati che vi gravitano intorno. Oggi che il web è pieno di tributi, ricordi e immagini del suo ultimo live e delle sue esibizioni più memorabili, considerate iconiche per gli appassionati del genere, è impossibile non riflettere su quanto la sua eredità superi i confini della musica. Quello stile è diventato iconico segnando profondamente il mondo della moda dark, rock e metal e influenzando generazioni di designer, creativi e fashion stylist. Un’estetica che, nel 2025, non solo resiste, ma celebra una nuova stagione.
Moda dark e cultura metal: l’estetica che parla di identità
La moda dark, rock e metal non è mai stata solo una questione di look: fin dagli albori è considerata un linguaggio. Un’identità. Una dichiarazione di appartenenza e, spesso, una forma di ribellione. Nata negli anni ’70 con l’esplosione dell’heavy metal, stile musicale di cui Ozzy è stato il primo genitore, si è evoluta nei decenni seguendo varie diramazioni musicali, dal glam rock al goth, dal punk al black metal. Fondatore dei Black Sabbath, pioniere dell’heavy metal e artista dalla personalità magnetica, il “Principe delle Tenebre”, così era solito farsi chiamare Ozzy, ha incarnato questo stile fin dagli esordi con i lunghi capelli neri, l’eyeliner marcato, le croci, i mantelli, le giacche in pelle e le borchie. Il suo look non era un semplice “outfit di scena” ma rappresentava con coerenza un’identità e un messaggio.
Le origini dello stile: tra ribellione sociale, inquietudine e rivoluzione musicale
Lo stile dark-rock-metal, dicevamo, affonda le sue radici negli anni ’60 e ’70, un periodo di tensioni sociali, crisi economiche e trasformazioni culturali che potremmo definire radicali. Questo immaginario visivo e sonoro nasce in coincidenza con l’emergere di una generazione disillusa che prende voce, stanca del perbenismo borghese e delle promesse non mantenute del boom economico. Erano gli anni della Guerra Fredda, del Vietnam, delle lotte per i diritti civili e, in qualche modo, della messa in discussione della fiducia nelle istituzioni. Uno scenario cupo e incerto nel quale il rock si fa strada e smette di essere solo intrattenimento per diventare l’espressione di un malessere collettivo. In Inghilterra, tra Birmingham e Londra, prende forma l’estetica metal proprio con i Black Sabbath di Ozzy Osbourne che tra i primi portano in scena non solo suoni più duri, lenti e cupi, ma anche un look che rompe con le convenzioni. Eliminati i colori sgargianti dell’epoca hippie tutto diventa nero, arriva il cuoio con gli accessori religiosi reinterpretati in chiave trasgressiva, il tutto condito con un trucco scuro e teatrale. Parallelamente i Led Zeppelin, i Deep Purple e più tardi i Judas Priest iniziano a codificare quello che diventerà un vero e proprio dress code fatto di giacche in pelle, borchie, stivali alti, capelli lunghi, croci, piercing, e un atteggiamento provocatorio e anticonformista.
Lo stile dark, con le sue derivazioni più gotiche, si svilupperà invece negli anni ’80, in dialogo con il post-punk e con band come The Cure, Bauhaus, Siouxsie and the Banshees. Parliamo di un’estetica più introspettiva, decadente, malinconica, rimanendo sempre profondamente teatrale. In entrambi i casi, la moda non è un accessorio della musica: è parte integrante del messaggio, un’estensione visiva di un’urgenza espressiva.
Dallo stage alla passerella: quando il metal incontra la moda
In questi ultimi anni, complice un ritorno generale agli anni ’90 e 2000, lo stile dark-rockè tornato di tendenza. Brand come Rick Owens, Ann Demeulemeester, Alexander McQueen e persino Balenciaga hanno reinterpretato gli archetipi estetici del metal e del goth in chiave fashion dal total black alla pelle lucida, dai volumi oversize alle catene, dagli stivali massicci alle texture materiche e ai tagli asimmetrici. Le passerelle delle sfilate più blasonate si sono riempite di modelli che sembrano usciti da un concerto metal e in un’epoca di eccessi visivi, alla ricerca dell’autenticità, lo stile rock-metal diffonde il suo messaggio primigenio: essere se stessi, anche se questo significa disturbare, spaventare o non piacere a tutti.
Poi c’è la nostalgia. La figura di Ozzy, così eccessiva e viscerale, quasi mitologico per gli appassionati al genere e alla sua storia personale, riporta in auge un’immagine della musica fatta di sudore, carne e voce graffiata che squarcia il mondo dominato dalla pulizia digitale e dagli algoritmi, è l’estetica “sporca” che seduce.
Le parole chiave per capire lo stile: dark fashion, moda metal, estetica gotica
Se ci spostiamo nel web, è evidente che termini come “dark fashion”, “moda metal”, “look gotico”, “stile rock alternativo”, stanno registrando un picco di interesse, soprattutto in questi giorni in cui la morte di Ozzy Osbourne è l’occasione per raccontare pezzi di storia. Perchè? Facile: la moda cerca riferimenti solidi, volti iconici, personalità fuori dal comune e Ozzy Osbourne è stato tutto questo per decenni. Coerentemente, quindi, anche TikTok, Instagram e Pinterest, in questi giorni, sono invasi da tutorial per ricreare il make-up di Ozzy, da moodboard ispirate al suo stile e da hashtag come #DarkGlam, #MetalStyle o #RockVibes.
Come si veste oggi chi si ispira allo stile metal?
La moda rock-metal del 2025 ha due anime: una fedele alla tradizione un’altra più contaminata con lo stile urban. Se per la prima il dress code prevede giacche in pelle borchiate, jeans strappati, stivali militari, t-shirt delle band, accessori in argento (compresi simboli religiosi), trucco dark, capelli lunghi o, al contrario, rasati, e una predilezione per il nero assoluto, per la seconda, più contaminata, vediamo mescolati elementi streetwear, come hoodie oversize, sneakers e occhiali scuri con tocchi dark, materiali tecnici e pelle sintetica, dettagli bondage e layering. In entrambi i casi, lo spirito resta quello originario: non vestirsi per piacere agli altri, ma per raccontare chi si è.
L’eredità visiva di Ozzy: quando lo stile diventa immagine culturale
Tra gli elementi più iconici dello stile di Ozzy Osbourne, e di tutti coloro che hanno sposato quella stessa filosofia, alcuni meritano di essere ricordati per la loro forza simbolica:
- Gli occhiali tondi e scuri, che lo hanno accompagnato per tutta la vita, tra mistero e introspezione;
- Le croci pendenti al collo, a metà tra simbolismo religioso e ribellione spirituale;
- Il trench in pelle nero, lungo fino ai piedi, quasi un mantello a metà tra eroe e figura quasi mitologica.
- Il trucco pesante, soprattutto attorno agli occhi, a sottolineare il contrasto tra fragilità emotiva ed energia animalesca tipica delle sue performance.
Tutti elementi che oggi ritroviamo reinterpretati non solo nella moda, ma anche nel cinema, nella fotografia, nella comunicazione visiva.
Perché lo stile dark continua a parlare anche alle nuove generazioni?
Il successo continuo della moda dark, rock e metal si spiega anche con la sua carica simbolica. È uno stile che abbraccia l’ombra, che non ha paura della malinconia, della rabbia, della complessità. Si contrappone apertamente all’estetica perfetta che “va per la maggiore” e in qualche modo afferma, ancora, un desiderio di rottura che, certamente, non porta a passare inosservati ma sicuramente crea una forte differenziazione. È un’estetica che dice: “Non sono perfetto, ma sono vero” (anche se, siamo onesti, non tutti coloro che sposano lo stile dark, rock, metal, ne conoscono o sposano la filosofia!). Nell’epoca dei filtri e dell’omologazione estetica, anche questo messaggio diventa più attuale che mai. Lo stile dark e i suoi simili diventano uno strumento di autoaffermazione e, talvolta, di guarigione poichè attraverso l’abbigliamento è possibile trovare la strada del benessere e per molte persone, molti giovani, in particolar modo, questo è di vitale importanza.