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Quiet dress code: Cannes 78 dice stop alla nudità

Il Festival "abbottona" le star

di Angelica Eruli
1 min

La Croisette mette il veto sugli eccessi. L’ultima rivoluzione del Festival di Cannes si muove sotto la bandiera del Quiet Luxury e non arriva da un film provocatorio o da una giuria ribelle, ma da un foglietto di carta con regole vestimentarie. Sembra che i tempi delle scollature vertiginose alla Jane Fonda e delle trasparenze alla Madonna siano ufficialmente tramontati sulla riviera francese. Il festival numero 78 ha deciso di fare il bacchettone, abbottonandosi fino al collo e chiedendo a tutti di fare altrettanto.

Il red carpet di Cannes78? Da passerella a perimetro sacro, dove l’abito non fa il monaco, certo, ma può farti stracciare l’invito.

I rischi che abbiamo corso

I rischi non sono stati pochi e abbiamo le foto a testimoniarlo. Tra abiti che sfidavano apertamente la fisica del tessuto e la pazienza degli spettatori, a chi ha deciso di usare in maniera apertamente strumentale la propria nudità, il tappeto rosso di Cannes stava lentamente trasformandosi in un episodio di Naked Attraction, versione alta moda.

Ricordiamo tutti l’abito rosso con spacco impossibile di Bella Hadid, le trasparenze strategiche di Sharon Stone o il vestito “non vestito” di Rose McGowan. E poi c’era stata lei: l’infradito sul red carpet. Uno sberleffo a decenni di louboutinismo militante, un colpo di scena che avrebbe meritato l’Oscar per il miglior atto di sabotaggio fashion.

Momenti entrati nell’immaginario collettivo che oggi, a quanto pare, farebbero storcere il naso ai nuovi guardiani del pudore festivaliero.

Vietato l’ingresso agli abiti con strascico

Il nuovo dress code non è solo un’operazione anti-nudità, ma anche una crociata anti-ingombro. Nel documento ufficiale si legge:

“Abiti voluminosi, in particolare quelli con un lungo strascico, che ostacolano il corretto flusso degli ospiti e complicano la disposizione dei posti a sedere in sala non sono ammessi.”

Tradotto: basta nuvole di tulle, addio gonne-cartellone. Se per entrare in sala bisogna scavalcare metri di organza, la soglia tra cinema e circo è stata valicata da un pezzo.

E no, niente piedi nudi o scarpe da spiaggia: le scarpe sono obbligatorie. Sì, anche se sei una diva. Sì, anche se sono firmate. Sì, anche se hai appena fatto la pedicure.

A Cannes sono sempre stati rigidi sulle regole…

La mitologia del rigore a Cannes è ben nota. Al Grand Théâtre Lumière, l’equivalente cinematografico di una cattedrale, si entra solo in abito lungo o smoking…e senza troppe discussioni.

Nel 2015 esplose persino la famosa crisi dei tacchi, quando alcune ospiti vennero rispedite al mittente per essersi presentate con scarpe basse. Apriti cielo! Si parlò di sessismo, di rigidità ottocentesca, di discriminazione podologica. La polemica portò a un momentaneo allentamento della presa, ma evidentemente la tregua è finita.

Ora, con questo nuovo richiamo al rigore — tra no ai vestiti ingombranti, no alla nudità, sì alle scarpeCannes sembra voler tornare al controllo capillare di ogni dettaglio sartoriale.

Sarà interessante vedere se la nuova austerità sarà applicata con equità o se, come spesso accade, per le star di Serie A ci sarà un’interpretazione “creativa” del regolamento.
Dopotutto, se una superstar dovesse presentarsi in body glitterato e sandali da piscina, chi avrà il coraggio di fermarla? La polizia della moda?

Serviva davvero una regola per richiamare al buongusto?

A quanto pare sì. Serviva una circolare, un regolamento, un PDF con i “non si fa”.
Perché evidentemente il concetto di “abbigliamento adeguato” si era perso tra una trasparenza e l’altra. Il red carpet, un tempo luogo di sogno, era diventato l’arena del “guardami!” più possibile.

Quindi ben vengano le regole, se servono a ricordare che sì, si può essere eleganti anche senza mostrare il lato B al mondo, e che nemmeno Cenerentola a mezzanotte in fuga dal Principe Azzurro avrebbe trovato comodo uno strascico di 3 metri. 

In ogni caso, queste nuove regole sembrano applicarsi principalmente alle donne. Gli uomini continueranno indisturbati a presentarsi con lo smoking d’ordinanza, che non è mai stato particolarmente rivelatore, a meno che non si consideri scandalosa la vista di una caviglia maschile quando si siedono.

L’unica certezza è che le polemiche sul dress code finiranno per oscurare i film in concorso, dimostrando ancora una volta che a Cannes, come nella vita, sono sempre le apparenze a contare di più. O, in questo caso, la loro assenza.

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