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Street style: consulenza tra contaminazione, sicurezza e un pizzico di leggerezza

Intervista a Federica Giusto: “Ho bisogno di continui stimoli, quindi la mia più grande ispirazione arriva dallo Street Style”

di Redazione
federica giusto

Può una ex-studentessa di Lettere rivedere il proprio percorso di studi trovando la propria espressione professionale nella consulenza d’immagine? Abbiamo intervistato Federica Giusto che ci ha raccontato la sua storia, le sue aspirazioni di vita. Tra la consapevolezza del proprio ruolo come image consultant, ispirato dallo street style, e il suo impegno nel supportare le persone ad esprimere al meglio il proprio fascino.

Come è iniziato il tuo percorso nella consulenza d’immagine?

Penso di essere sempre stata consulente d’immagine. Da bambina il gioco che facevo con mia madre e soprattutto con mia sorella maggiore era, guardando le persone per strada, indovinare cosa facessero, di che umore fossero, che relazione avessero con le persone vicine in quel momento. Era già un lavoro di decodifica di tutti i linguaggi fondamentali per un consulente d’immagine: visivo e paraverbale.

Quale era la tua strada prima di incontrare la consulenza d’immagine?

I miei studi mi hanno portato nella stessa direzione, fatta eccezione con la parentesi giurisprudenza: scelta sbagliata perché non dettata dal cuore. Infatti, dopo poco, ho cambiato e mi sono iscritta a lettere. Mi sono poi specializzata in comunicazioni sociali, sezione spettacolo, che era appena stata inaugurata in Cattolica. E per me fu come un “segno del destino”.

Dopo essermi laureata con una tesi in psicologia sociale, ho lavorato in due agenzie di pubblicità come account. E in una di queste ho avuto la fortuna di collaborare con Gavino Sanna. Uno tra gli uomini che hanno fatto la storia della pubblicità.

Dove prendi ispirazione per gli abbinamenti/outfit che suggerisci ai tuoi clienti?

Amo molto lo Street Style, mi piace la contaminazione dei generi. Mi colpisce quando noto  accostamenti o inserimenti insoliti all’interno di un look che appartiene ad uno stile preciso. Mi rendo conto però che questo genere di contaminazione non sia sempre attuabile sulle persone.

Quando ci si si rivolge ad un consulente, il suo compito è di ascoltare le esigenze, le necessità lavorative e i messaggi che la persona vuole comunicare di sé a chi gli sta intorno. 

Il consulente è una guida che aiuta a svelare i propri punti di forza sui quali fare leva. Per poter così esprimere il proprio fascino. La propria sicurezza e disinvoltura nello stare con gli altri.
Nulla vieta, una volta instaurato un rapporto di fiducia, si possa osare un po’ di più proponendo qualche novità.
Ma sarà sempre il cliente a decidere cosa lo fa sentire a suo agio e cosa no.

Se dovessi raccontare la tua professione (o la tua ambizione professionale nella consulenza d’immagine) con 3 aggettivi quali useresti e perché?

Il primo aggettivo che definisce sia me come persona, sia come consulente, è curiosa. È sempre stata la leva che mi ha permesso di non fermarmi mai, di non accontentarmi, di aggiornarmi, di studiare.

Seguire i miei interessi e, a volte, di sconfinare in altre attività. Per questo potrei aggiungere che sono anche testarda. Questo aspetto di me è migliorato con il passare del tempo, grazie ad una maggiore chiarezza di quello che è il mio futuro e di quello che non voglio. 

L’ultimo aggettivo è motivante: è una caratteristiche che mi viene riconosciuta. Da amici, persone che ho aiutato, che hanno chiesto il mio parere. Ma anche quelle che ho ascoltato, analizzato e spronato e talvolta sgridato e in cambio ho sempre ricevuto stima e riconoscenza. Sì, sono una brava motivatrice! 

La consulenza più “difficile” che hai fatto? Perché è stata difficile?

La consulenza d’immagine più difficile che ho mai fatto è stata su mia figlia, sebbene fosse cominciato tutto per scherzo. E invece mi sono trovata in difficoltà.

Il motivo per cui è utile rivolgersi ad un consulente d’immagine è che si procede approccio oggettivo, studiando la persona dall’esterno. E poi entrando pian piano, in punta di piedi, a conoscere le sue caratteristiche. Fino a quelle più profonde, se si vuole fare un buon lavoro.

Il tutto condito con una buona dose di fiducia reciproca. Mia figlia è parte di me quindi ho fatto veramente fatica ad avere il giusto distacco professionale, ero troppo coinvolta!
Nonostante tutto segue i miei consigli e spesso attinge al mio armadio.

Qualche volta, in passato più spesso, mi sottopone degli outfit anche se lo sta facendo in maniera sempre meno frequente. Questo è un buon segno, significa che ha trovato la sua strada e il suo stile!

Esistono argomenti tabù nella consulenza d’immagine?

Non esistono tabù nella consulenza d’immagine perché, se così fosse, significherebbe che non si sta facendo bene il proprio lavoro. Se invece cambio prospettiva e mi metto dal punto di vista del cliente, allora posso immaginare che ne esistano molti. 

La consulenza d’immagine è una professione che non occupa ancora il posto che merita in Italia. Siamo molto indietro rispetto ad altri Paesi, in particolare quelli anglosassoni. Ad esempio, nel nostro Paese, non si è ancora completamente compreso il fatto che il consulente non si rivolge solamente a persone del mondo dello spettacolo, questo è più il mestiere dello stylist

Un consulente d’immagine si occupa anche di personal branding. Può fornire gli strumenti per distinguersi dagli altri, imparare a comunicare attraverso l’abbigliamento ed essere adeguati in ogni circostanza. Il compito del professionista è proprio questo. Fare che il proprio modo di presentarsi agli altri possa essere ricordato, permettendo alla figura di emergere ed attirare l’attenzione. 

Prendiamo ad esempio LinkedIn, una delle vetrine visive più grandi del mondo lavorativo. Alcune delle fotografie che non valorizzano la propria immagine e fanno sì che un “collegamento” venga scartato fin da quella miniatura. Le persone devono imparare a non sottovalutare la famosa prima impressione. 

Tu hai mai seguito un percorso di consulenza d’immagine? (come l’analista che a sua volta viene analizzato, vale anche per i consulenti?) Se si cosa hai scoperto di te? Se no ti piacerebbe?

Anch’io sono stata sottoposta a consulenze di armocromia, tre per la precisione! Le ultime due da miei insegnanti, per motivi tecnici, durante corsi.

La prima volta, però, è stata per mia scelta e l’esperienza non mi è piaciuta affatto. Mi sono imbattuta in un persona poco professionale che mi ha liquidata con fretta. Trasmettendo il poco amore che aveva per la materia e la mancanza totale di empatia. Nonostante si trattasse di una persona molto stimata nel settore.

Sarà forse proprio per questo che il mio approccio è completamente diverso e che mi sono appassionata moltissimo al progetto di due delle mie insegnanti. Da poco è nata Asso Style Image, la prima Associazione Italiana di Consulenti d’Immagine. Per tutelare da una parte il cliente, a cui viene garantito un alto standard di qualità, e dall’altra parte il professionista stesso.

Nasce dalla volontà di due donne che hanno capito quanto fosse necessario rappresentare e tutelare la nostra splendida professione. Troppo spesso mal gestita e strapazzata. Io sono onorata di far parte del board direttivo e credo profondamente in questo progetto.

Cosa c’è nel tuo presente da consulente d’immagine e cosa vedi nel tuo futuro di consulente d’immagine?

Nel mio presente esiste un continuo e perenne studio e aggiornamento. Alimentato da una curiosità che non mi abbandona mai e che mi serve. Per vedere e capire la realtà con la giusta elasticità di pensiero. Con occhi nuovi, privi di pregiudizi e aperti ai continui mutamenti della nostra società. Nel mio futuro di consulente d’immagine, invece, vedo nuove sfide e un grande amore: il personal branding.

Lavorare sul progetto dell’unicità della persona, considerata alla pari di un’azienda che deve creare la propria immagine che sia portatrice di credibilità, in grado di ottenere la fiducia dal proprio pubblico. Riuscire a trasformare una persona in un vero e proprio punto di riferimento in un determinato campo. Fargli acquisire il massimo della visibilità, sfruttando le sue competenze.

Il futuro ci porta ad essere sempre più sciolti da certe mastodontiche strutture che ormai, piano piano, si stanno sgretolando. Bisogna essere leggeri in un mercato in continua trasformazione.

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