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Un’opportunità per guardarsi da un altro punto di vista

Tra consapevolezza e benessere, il ritratto di un’immagine coerente: intervista a Tecla Gianera

di Annalisa Tortora
3 min

La sua missione è facilitare la rappresentazione della bellezza che ogni donna ha dentro di sé, rendendola consapevole e allo stesso tempo autonoma nel compiere le sue scelte in fatto di immagine. Oltre le analisi di base c’è molto di più: c’è un lavoro che scava in profondità dentro le pieghe della consapevolezza e dell’introspezione. La consulenza d’immagine è un atto di cura e momento di benessere ma è un gesto quotidiano, non occorrono grandi occasioni per volersi bene e fare attenzione al messaggio che si veicola con la propria immagine. E soprattutto la vera bellezza appartiene a ognuno di noi, dalla nascita, dobbiamo solo avere il coraggio di riscoprirla!

Come è iniziato il tuo percorso nella consulenza d’immagine? E da cosa hai capito che la consulenza d’immagine era la tua strada?

Il mio percorso è iniziato nel momento in cui,alcuni anni fa, mi sono appassionata all’armocromia attraverso i profili social di alcune consulenti famose. Ogni volta che decido di intraprendere un percorso lo provo in prima persona da cliente e ascolto le sensazioni che nascono in me e poi decido se quelle sensazioni sono così forti e importanti da diventare io stessa strumento per farle provare ad altri. In realtà però, come spesso accade nella vita, solo a posteriori mi sono resa conto che la mia storia era già scritta da tempo e dovevo solo unire i punti e tirare fuori il coraggio per credere in me stessa.

Fin da piccola ho sempre amato farmi realizzare vestiti bizzarri! Ringrazio mia mamma che, da autodidatta, un po’ sulla scia di una passione che era già di mia nonna, ha imparato a confezionare abiti ed ha assecondato le mie richieste sempre più esigenti sia in termini di modellistica che di ricerca dei tessuti. Amavo portare capi che nessuna trovava in negozio e che potessero esprimere il mio carattere. Dopo la maturità ho conseguito il diploma universitario di stilista e il tema scelto nella mia tesina era: “Comunicare attraverso il corpo”. Solo ora mi rendo conto quanto ero già arrivata vicina a quello che desideravo fare ma ancora non lo sapevo!

Dopo questa specializzazione ho iniziato subito a lavorare presso un ufficio stile a Milano che produce abbigliamento da sci di nicchia, molto particolare e all’avanguardia. Grazie a questa esperienza in questa piccola realtà mi sono occupata di tutti i passaggi, dalla scelta dei tessuti e le tecniche di lavorazione, dal lavoro a stretto contatto con i modellisti al lancio della collezione, dalla vicinanza con i vari fornitori a quella con gli agenti di vendita in tutta Europa e in America. Con il tempo però mi sono trovata a fare una scelta: ho preferito creare la mia famiglia tralasciando il mondo del lavoro pur sempre mantenendo attiva la mia creatività, seppur in altri ambiti.

Quindi, tornando al pensiero iniziale, ho scelto in rete la consulente d’immagine che più mi sembrava affine e ho acquistato un servizio di image consulting completa, chiedendole anche informazioni sul percorso formativo da intraprendere per fare quel lavoro.

Due anni fa è iniziata la mia formazione e mi sono resa conto che le basi tecniche sono state solo la punta dell’iceberg di tutte le competenze necessarie a diventare la figura professionale che sono ora. Mi si è aperto un mondo che nemmeno immaginavo!

Ho indagato sul colore facendo un percorso tecnico con un’esperta del settore che mi ha offerto una visione più chiara dell’immagine e ha risposto a tante mie domande. Mi sono formata come esperta in Iconestesia dei volti femminili proprio perché, fin dalle prime esperienze lavorative, ho capito che non mi sarebbero bastate le nozioni basiche della consulente d’immagine. Nel frattempo è nata ASI, la prima associazione italiana di categoria: un gruppo di persone davvero importanti per me con le quali mi confronto e che sono ogni giorno fonte di crescita. Con ASI ho potuto dare il mio contributo al progetto “Io nonostante tutto” entrando negli ospedali in tutta Italia e fornendo i nostri servizi gratuitamente a donne e uomini malati oncologici. Questa esperienza mi ha dato tanto: ho ricevuto tanto dalle pazienti che si sono aperte a noi e ho confermato quanto sia importante un gruppo di professionisti che persegue uno stesso obiettivo con dedizione ed entusiasmo.

Se dovessi raccontarti tu come consulente usando solo 3 aggettivi come ti definiresti?

Siccome credo che siano le altre persone a poterci definire in maniera più oggettiva e diretta, ho chiesto alle mie follower di farlo per me. Sono emersi questi aggettivi (non sono tre ma te li indico tutti!):

Professionale, accurata, attenta ai dettagli;

Empatica, accogliente, comunicativa;

Appassionata, solare e sorridente.

Esistono argomenti tabù nella consulenza d’immagine? 

Più che argomenti tabù forse esiste la difficoltà di uscire dagli schemi. E’ un po’ come se in assenza di una definizione esatta di se stessi, di un incasellamento armocromatico o morfologico, non si fosse brave professioniste. Anche se sento che ci stiamo un po’ distaccando da questa visione grazie al lavoro di divulgazione di un pensiero alternativo di alcune professioniste. Un altro problema del nostro settore è quello della saturazione di contenuti molto simili tra loro e il fatto che tante informazioni si possano trovare gratuitamente in rete, quindi le persone si improvvisano consulente “fai da te”, non capendo che dietro questo lavoro c’è molto di più che applicare delle regolette. Manca del tutto la visione dell’insieme e l’obiettivo chiaro da raggiungere.

Qual è il segno distintivo delle tue consulenze?

Il mio segno distintivo è quello di rendere la cliente più consapevole e autonoma possibile nelle sue scelte future. Io dico sempre che le mie consulenze sono un’opportunità per guardarsi da un altro punto di vista. Io cerco di dare loro tutti gli strumenti possibili affinché i miei clienti siano in grado di comprendersi meglio, per poi trovare la loro strada. Per farlo devono essere disposti a mettersi in gioco, passando attraverso la consapevolezza, l’accettazione per poi trovare dentro di sé la loro unicità. E’ per questo che le mie analisi iniziano sempre con una parte teorica corposa ma sempre affiancata da esempi pratici ed esercitazioni, per creare condivisione e scambio di opinioni.

Raccontami il tuo “credo”, quello con cui approcci il tuo lavoro

La mia missione è quella di coadiuvare alla manifestazione della bellezza che ogni donna porta dentro di sé. Per questo mi ritengo un po’ olistica: credo che non sia sufficiente capire a quale stagione cromatica una persona appartiene o quali modelli di capi e accessori siano più idonei a esaltare la propria figura. Credo che il lavoro per ottenere un’immagine di sé accurata e soprattutto coerente con la propria personalità sia qualcosa di molto più profondo che passa da un’indagine più introspettiva, arrivando a poter manifestare una comunicazione di sé che abbracci soprattutto il proprio stare bene con se stessi.

Il mio approccio vuole portare un messaggio: approcciarsi a un percorso di consulenza d’immagine è un atto di cura verso se stesse e una ricerca di benessere sia esteriore che interiore nella vita di tutti i giorni. Non serve un evento speciale per capire come porsi agli altri in modo più efficace e come stare meglio con se stesse. D’altronde tutti i giorni in maniera più o meno consapevole scegliamo cosa indossare, se truccarci o meno e come portare i capelli, quindi perché non farlo con degli strumenti che ci facciano capire in quale versione di me mi sento più rappresentata?

La consulenza non è una ricerca puramente estetica, la bellezza non è quella che la società ci spinge ad anelare, cercando di raggiungere una perfezione che non esiste (ed è effimera e più ci sentiamo di non avvicinarci più creiamo disagio e frustrazione dentro di noi!).

La vera bellezza è qualcosa che abbiamo dentro dalla nascita: siamo creature nate nella gioia, dobbiamo solo riscoprirla dentro di noi.

Credo nella forza della condivisione e per questo offro la possibilità di partecipare a percorsi di gruppo dove si ragiona sulla propria identità slegata dall’immagine di moda, ma introspettiva sulla ricerca delle nostre caratteristiche, di cosa ci rappresenta. Farlo in gruppo ci offre l’opportunità di condividere e crescere grazie anche alle esperienze che le partecipanti scelgono di raccontare.

Credo molto nell’energia femminile e nella sorellanza e mi sento un po’ promotrice anche di questo. Credo sia importante che le donne si ritaglino dei momenti per se stesse, per ricordarsi che oltre ad essere mamme e ad aver generato la magia più grande che una donna possa fare, sono fatti di mille altre sfaccettature!

Cosa vedi nel tuo futuro di consulente d’immagine?

Io credo che il mio lavoro andrà sempre di più nella direzione di portare esperienze di gruppo più che di continuare a fare consulenza singole. Vorrei essere il collante, il ponte che faccia riscoprire il bello dei cerchi di condivisione femminile e che verta appunto sul riscoprire la vera bellezza. E chissà che la mia strada non sia già segnata da progetti più grandi che non ho ancora compreso, proprio perché non ho ancora visto i puntini da unire come mi è capitato in passato!

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