Home » Giorgio Armani: l’antieroe della settimana della moda

Giorgio Armani: l’antieroe della settimana della moda

Otto mesi per un fiore? Nell'era del fast fashion, Armani gioca a scacchi con il tempo

di Angelica Eruli

Alla fine di questa settimana della moda è doveroso capire quali siano state le case di moda che hanno lasciato il segno e quali, invece, abbiano preferito giocare in difesa. Da Diesel che continua a portare avanti la sua politica di democratizzazione delle collezioni (a fronte poi di cartellini da capogiro), grandi esordi e conferme che non potevano mancare Giorgio Armani continua ad essere un punto di riferimento insostituibile.

Faro della fashion week milanese e portavoce di un modo di concepire la moda che invita a riflettere è stato proprio Re Giorgio a distinguersi per il calibro della riflessione portata avanti e concretizzata nei suoi fiori d’inverno.

Cosa ricorderemo di questa settimana della moda?

La settimana della moda è quella maratona di poco più di tre giorni in cui modelle, influencer (tranne quelle implicate in indagini con la magistratura) e stilisti si riuniscono per ammirare la creme de la creme della creatività… o almeno così ci piace pensare.

Tra le passerelle illuminate e gli scatti frenetici dei fotografi si è però concretizzato un paradosso sotto gli occhi di tutti: da una parte ci sono le griffe che, con fervore quasi mistico, proclamano il loro ritorno alle origini, esaltando la Natura, l’artigianato e i materiali bio come se avessero appena scoperto l’esistenza della terra sotto i loro piedi. Dall’altra, assistiamo a una corsa sfrenata verso l’ultima tendenza, dove il nuovo deve essere subito vecchio perché domani c’è già il nuovo del nuovo: insomma il paradosso del fast fashion.

In mezzo ad un turbinio di location, modelle, tessuti e ombrelli l’irriducibile Giorgio Armani ci guarda con un sorriso enigmatico, testimoniando che è possibile resistere a questa corrente frenetica senza perdere un briciolo del proprio stile impeccabile.

Armani, nel suo splendido isolamento di Via Manzoni è diventato un monito vivente contro l’assurdità della moda “usa e getta”, incarnando l’antitesi perfetta alla logica del fast fashion.

Con la sua filosofia di una moda che è tanto elegante quanto eterna, ci ricorda che forse, giusto forse, vestirsi bene non significa seguire ciecamente ogni capriccio della tendenza del momento, ma piuttosto trovare un equilibrio tra stile, qualità e, perché no, un pizzico di buon senso.

I fiori d’inverno, un inno alla rinascita e al tempo

L’ultima collezione di Giorgio Armani è quasi un manifesto poetico che celebra la lentezza e la dedizione nel mondo della moda, contrapponendosi con fermezza alla frenesia del fast fashion. Questo capolavoro di Armani, frutto di un laborioso processo creativo lungo otto mesi, rappresenta una vera e propria ode alla pazienza e alla precisione artigianale.

Ogni fiore che adorna i capi di questa collezione è il risultato di un meticoloso lavoro manuale, un tributo alla bellezza intrinseca del dettaglio e alla profondità del tempo che si cela dietro alla creazione di qualcosa di veramente unico.

La scelta di dedicare quasi un anno alla realizzazione di questi fiori invernali non è casuale, ma rispecchia un principio fondamentale che da sempre guida l’approccio di Armani alla moda: l’importanza di rallentare, di concedere al processo creativo il tempo che merita, lontano dalla logica dell’immediatezza che pervade l’industria contemporanea. In questo contesto, i fiori d’inverno di Armani simboleggiano non solo la resistenza e la resilienza della natura, capaci di fiorire anche nelle condizioni più avverse, ma anche la resistenza di una visione della moda che si oppone alla superficialità e alla rapidità, privilegiando invece la cura, l’attenzione e la sostenibilità.

Re Giorgio contro una moda frenetica e “pazza in mutande”

Della settimana della moda milanese appena conclusa non potremo mai dimenticare l’affermazione di Giorgio Armani in cui mostra il suo disappunto per una moda “pazza in mutande” che corre per via Montenapoleone.

Al di là della non troppo velata ironia, questa frase rappresenta non solo una critica al superfluo e all’effimero ma anche l’invito a una riscoperta del valore intrinseco dell’eleganza e della discrezione. In un’epoca in cui il mostrare sembra prevalere sull’essere, Armani propone un modo di fare moda che non grida per attirare l’attenzione, ma sussurra, lasciando intuire piuttosto che esibire, suggerendo che la vera bellezza, come un fiore che sboccia, non ha bisogno di clamori per essere apprezzata.

Il suo approccio riflette una filosofia profonda, quella del potere dell’intuizione e della suggestione, dove i capi di abbigliamento non sono mere decorazioni ma espressioni di un sé più profondo, che non ha bisogno di ostentare ma preferisce rivelarsi a chi sa guardare oltre la superficie.

Armani ci insegna che è possibile sbocciare, emergere nella propria unicità e bellezza, senza cedere alla tentazione di aderire a una moda che cambia con l’impetuosità di un fiume in piena, perdendo spesso la propria identità nel flusso incessante delle novità.

Potrebbe interessarti

logo_footer

Copyright© 2022 Iconic Image – Privacy PolicyCookie Policy