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Consulente d’immagine Cristina Zarri: magia senza bacchetta magica

Intervista alla consulente d’immagine Cristina Zarri: “La consulenza d’immagine non è un compitino, ma una professione da svolgere in punta di piedi, con responsabilità”.

di Redazione
consulente d'immagine cristina zarri

Dalla naturale passione per l’abbigliamento alla professione di consulente d’immagine, alla specializzazione nell’accompagnare le donne a (ri)conoscere il proprio corpo. La consulente d’immagine Cristina Zarri ci racconta la sua storia, accanto a quella di tante donne che hanno chiesto il suo aiuto. Un supporto per poter accettare il proprio corpo e fare pace con lo specchio. Superare e accettare il cambiamento delle proprie forme con gentilezza ed empatia: questo è il suo segreto. 

Descrivici il passato e il presente della consulente d’immagine Cristina Zarri

Ho sempre voluto essere una consulente d’immagine. Uno dei miei primi ricordi riguarda proprio questa mia naturale attitudine verso gli accostamenti cromatici. Ero molto piccola quando amavo entrare nel guardaroba di mia madre o mia nonna e creare look eccentrici ma straordinari.

Mi ricordo perfettamente la sensazione dei soprabiti, del pizzo che scorre sotto le dita. Delle difficoltà ad indossare i guanti della nonna nelle mie piccole mani e l’odore di lavanda addosso. L’abbigliamento è sempre stato sinonimo, per me, di grandi emozioni ma anche di casa e famiglia.

Con il passare del tempo ho capito che avrei voluto diventare una image consultant e ho dedicato molto tempo alla mia formazione. I percorsi che ho intrapreso mi hanno permesso di affinare l’amore e la passione innata per l’abbigliamento. Il mio futuro? È tutto da scrivere.

Tu hai mai seguito un percorso di consulenza d’immagine? 

Si, mi sono fatta analizzare! È stato molto interessante essere “dall’altra parte”, sentire cosa si prova, quando qualcuno si occupa di te, in modo approfondito! Mi è servito per mettermi nei panni del cliente e capire le sue emozioni, le sue sensazioni, i suoi desideri.

Per cercare di metterli poi in pratica quando mi trovo dall’altra parte. La cosa più bella è stata la sessione sullo stile. La mia collega è stata molto brava e mi sono ritrovata in quello che mi ha proposto. Mi sono vista come mi vedono gli altri e questo è stato super interessante e stimolante!

Hai parlato di forti emozioni: ci sono dei valori che, simbolicamente, riconosci a questa scelta professionale?

Il valore che attribuisco a questa professione è enorme. Adoro aiutare le persone ad essere la versione migliore di sé, dare il mio contributo, aumentare la loro fiducia. I clienti di un bravo consulente di immagine, quando hanno terminato il percorso, si piacciono di più. Sono più felici, disinvolti e a proprio agio con la propria figura.

Quale pensi sia la dote che un consulente deve assolutamente avere?

Il consulente “empatico” riesce a capire i bisogni della persona che ha di fronte, anche quelli inespressi. È in quel momento che fa la differenza, impostando il lavoro sia sull’esigenza concreta contingente, sia su quella profonda. Ogni cliente, o meglio ogni persona, ha necessità differenti. Da chi si vede troppo formoso, e magari non lo è, a chi pensa di non avere stile. O chi non si piace assolutamente.

Vi racconto un aneddoto che mi ha fatto capire moltissimo di questo mestiere. Un giorno si reca presso il mio studio una cliente, il cui obiettivo (almeno quello dichiarato esplicitamente) era quello di creare uno stile elegante e femminile. Senza però rinunciare alla comodità dal momento che trascorreva la maggior parte della giornata con i figli piccoli.

Grazie alla conoscenza reciproca, all’empatia, compresi il suo vero bisogno , che non era tanto quello di piacersi, o almeno non solo. Ma era di piacere al marito che, dopo anni trascorsi insieme, non la trovava più attraente come un tempo. Una volta che, anche lei, ha capito come il suo vero obiettivo fosse un altro, abbiamo ottenuto il risultato sperato. Massimo comfort, tanto stile e self confidence

Ci hai raccontato di consulenze d’immagine a lieto fine, ma ti è capitato di trovarti in difficoltà con un cliente e, se sì, come ne sei uscita?

Una cliente pensava che fossi dotata di… bacchetta magica e che il risultato dovesse arrivare, senza coinvolgimento da parte sua. Non sono una fata turchina è ovvio che, senza collaborazione, non riesco a ottenere il risultato ottimale.

La consulenza d’immagine non è come una seduta dal parrucchiere. Il cambiamento si ottiene con il coinvolgimento del consulente ma anche del cliente. Torno quindi al tema dell’empatia e della chiarezza, due elementi che non mancano mai nella mia attività.

Comunque, da quando mi è capitato questo “incidente di percorso” mi sono impegnata, per le volte successive nel chiarire, fin da subito, che si tratta di un percorso che il consulente fa insieme al proprio cliente, basato sulla stima e la collaborazione reciproca. 

Hai fatto riferimento a storie di donne: la tua attività si concentrerà su di loro in futuro?

Mi sto specializzando nell’aiutare le persone che non si piacciono dal punto di vista estetico in seguito ad un aumento o ad una perdita di peso. Alcune di loro hanno perso la loro forma fisica in seguito alla gravidanza, alla menopausa o per altri motivi. E non si riconoscono più nel loro corpo. Altre hanno seguito un percorso che le ha portate a dimagrire, ma non si ritrovano ancora nella nuova fisicità.

Tutte loro hanno bisogno di ritrovare confidenza con la “nuova versione” di sé, di un’immagine nella quale riconoscersi nuovamente. Ma, da sole, non riescono ad uscire dal tunnel. Ecco, questa è la mission del mio futuro: aiutare queste persone a “ritrovarsi” a piacersi di più, ad amarsi. Con i loro pregi (che metteremo in risalto) ma anche con quelle caratteristiche (non difetti!) che le rendono uniche!

E poi il mio impegno in ASI, la prima associazione italiana che raggruppa i consulenti di immagine. Per Asso Style & Image, assieme ad un’amica e collega, mi occupo dello sviluppo del programma di formazione delle associate. E questo appaga il mio continuo bisogno di aggiornamento, di crescita personale e professionale.

Avere il ruolo di training manager mi porta a contatto con professionisti di altissimo livello. Questo mi gratifica molto perché di formazione e crescita personale, secondo me, abbiamo sempre un grande bisogno!

Dai un suggerimento a chi vuole intraprendere questa professione

Responsabilità e delicatezza. La consulenza d’immagine non è un compitino da svolgere diligentemente, ma un lavoro da fare “in punta dei piedi”. Con il massimo rispetto e affetto per la persona che si ha di fronte.

Cambiare l’immagine è una grossa responsabilità! Ecco perché dedico molto tempo al conoscere i clienti. Sia dal punto di vista della personalità che da quello dei gusti in fatto di abbigliamento ed immagine.

Gli accorgimenti riguardano soprattutto lo stile, capire cosa rappresenta di più’ una persona è fondamentale. Che siano gioielli, accessori, colori, un taglio di capelli, gli occhiali di una forma particolare ecc. Ma dipende sempre dagli obiettivi del cliente.

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