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Il powersuit nero di Melania ridefinisce la figura della First Lady

Il linguaggio silenzioso del potere: come il ritratto presidenziale diventa una lezione di leadership

di Angelica Eruli
3 min

Dimenticate sorrisi di circostanza, tonalità pastello e atteggiamenti accomodanti. Il nuovo ritratto ufficiale di Melania Trump è un colpo al cuore per il galateo delle First Ladies: un power suit total black, uno sguardo di ghiaccio e una postura che grida controllo assoluto. Non un dettaglio fuori posto, non un’ombra di esitazione. Qui non si tratta di accompagnare il potere, ma di incarnarlo.

La Casa Bianca viene disegnata come un gigantesco consiglio d’amministrazione e Melania si pone come la CEO inamovibile. Il suo completo Dolce&Gabbana non è solo una scelta di moda: è una dichiarazione d’intenti, un’icona visiva che rovescia la narrativa della First Lady come presenza decorativa. Con questo ritratto, Melania non chiede spazio: lo occupa, lo conquista.

Il look dell’Inauguration Day, facciamo un passo indietro

In occasione dell‘Inauguration Day 2025, Melania Trump ha nuovamente assunto il ruolo di First Lady, un titolo che porta con sé grandi aspettative e un’enorme visibilità. Con un outfit che ha saputo coniugare sobrietà istituzionale ed eleganza senza tempo, ha catturato l’attenzione del pubblico mondiale, sottolineando ancora una volta il suo ruolo di figura centrale nel contesto della politica e della moda internazionale.

Pace fatta con la moda americana: Adam Lippes ha firmato – con orgoglio – il cappotto doppiopetto blue navy, mentre Eric Javits ha disegnato il cappello anch’esso blu con una fascia bianca: inutile dire che questo accessorio è entrato, d’ufficio, nella storia della moda proprio come accadde al pillbox hat indossato da Jacqueline Kennedy nel giorno dell’insediamento di JFK il 20 gennaio 1961.

Il messaggio velato (letteralmente) di questa scelta è chiaro: un richiamo sottile a una monarchia che, curiosamente, si autoproclama senza scomodare né corone né troni.

Del resto, cosa c’è di più “regale” che proteggersi dagli sguardi indiscreti con una tesa extra-large, lasciando intendere che la vera nobiltà si misura a centimetri di stoffa? Forse il prossimo passo sarà un trono dorato nel Salone Ovale, o una tiara abbinata per completare l’immagine.

Ritratto da First Lady 2.0

A sorpresa, nessuna tiara sul capo… o quasi.

Melania Trump non parla molto, ma quando lo fa, preferisce usare il linguaggio della moda. Nel suo ritratto ufficiale come First Lady del 2025, la scelta di un impeccabile power suit nero è un messaggio chiaro: potere, compostezza e un tocco di distacco calcolato. Dimenticate i classici abiti pastello da “moglie presidenziale” o i completi dalle linee morbide: qui Melania si presenta come un’icona di forza, più CEO che consorte.

Il completo nero su misura firmato Dolce& Gabbana (che casualmente ha sfilato a sorpresa qualche giorno fa), con giacca strutturata e pantaloni a vita alta, richiama l’estetica del business, evocando un senso di controllo e risolutezza. La camicia bianca, perfettamente sbottonata al punto giusto, bilancia l’austerità con una punta di sofisticata sicurezza. Il risultato è un look che potrebbe appartenere a un magnate della finanza o a una donna pronta a dominare una stanza senza dire una parola.

Ma il vero capolavoro di questa immagine è la posa. Mani saldamente appoggiate sul tavolo, sguardo fermo, espressione indecifrabile: un misto tra una regina moderna e un arbitro che sta per prendere una decisione definitiva. Il riflesso sul tavolo lucido amplifica questa sensazione di doppia dimensione, come a sottolineare che dietro ogni immagine ufficiale si cela sempre un sottotesto di potere e strategia.

Il messaggio non verbale qui è potente: Melania non è un accessorio della presidenza, è un’istituzione a sé. Il power suit è l’armatura perfetta per una donna che, pur restando in silenzio, non ha mai smesso di dettare le regole del suo stesso gioco. Che piaccia o meno, la sua immagine resta un enigma elegante, studiato nei minimi dettagli per comunicare esattamente ciò che vuole: distanza, raffinatezza e, soprattutto, controllo assoluto.

Ritratti da First Lady a confronto

Il confronto è schiacciante, anche con il ritratto della stessa Melania Trump nel 2017: all’epoca, la stessa first lady si presentava con un tailleur nero più addolcito nei dettagli, le braccia incrociate in un mix di sicurezza e distanza calcolata, con un’aura di eleganza fredda che sembrava suggerire “sono qui, ma non troppo”.

Il suo ritratto del 2017 comunicava un’idea di fermezza, ma senza strappi netti alla tradizione della First Lady come presenza discreta, un ruolo che sembrava rispettare con una certa riluttanza. Il look, con dettagli sartoriali sofisticati ma non eccessivamente marcati, confermava l’immagine di una First Lady che voleva restare nel solco della tradizione senza abbracciarla del tutto. Il suo tailleur di Dior con revers lucidi e i bottoni tono su tono erano un chiaro riferimento a una femminilità elegante e disciplinata, un’armatura di tessuto che le consentiva di mantenere una distanza studiata dal pubblico e dal ruolo stesso.

E poi c’è Jill Biden, che con il suo ritratto ufficiale sceglie tutt’altro registro. Vestita di rosa pastello, sorridente, immersa in uno sfondo fiorito, sembra incarnare il concetto di First Lady come figura di accoglienza e positività. Nessun potere velato, nessuna postura di sfida, nessun riferimento alla dominazione di una stanza con un solo sguardo.

La delicatezza del colore, l’acconciatura volutamente morbida e naturale, gli accessori discreti e una composizione visiva che la circonda di fiori, rendono l’immagine quasi quella di una regina del benessere, piuttosto che di un’icona istituzionale. Il suo vestito di Gabriela Hearst, con un taglio essenziale ma femminile, riflette l’idea di una First Lady empatica, accessibile, quasi rassicurante nella sua naturalezza. Se il ritratto di Jill Biden sussurra “Tea party nel giardino della Casa Bianca”, quello di Melania 2017 è più un “Sto qui per dovere, ma non aspettatevi che sorrida troppo”.

In questo contesto, il ritratto del 2025 segna una rottura radicale. Melania non accetta più di essere un simbolo di grazia discreta o eleganza distaccata, ma abbraccia un’immagine di autorità e dominio. La sua postura non è più quella di una figura di supporto, ma di una leader che detta le proprie regole. Il total black, ormai sua firma stilistica, assume qui un significato ancora più incisivo: non più un’armatura di difesa, ma un’affermazione di controllo assoluto. Se Jill Biden e la Melania del 2017 rispettano ancora i codici della tradizione firstladiana, la Melania del 2025 li demolisce con un solo sguardo. Un’evoluzione da “presenza elegante” a “icona di comando”, in un crescendo che fa sembrare i suoi ritratti una vera e propria strategia di branding personale.

Se la politica è spettacolo, Melania Trump ha capito perfettamente il copione, e questa volta ha deciso di interpretare il ruolo della protagonista assoluta, lasciando a chi verrà dopo l’ardua impresa di riscrivere le regole del gioco.

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