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Il futuro della moda ecosostenibile nelle mani della tradizione

Nella bottega di un vero artigiano, un camiciaio d’altri tempi, con una filosofia di vita e una mission professionale avanti anni luce: filati d’autore completamente eco sostenibili. L’intervista a Marco Giannetti, promotore della moda ecosostenibile.

di Annalisa Tortora
marco giannetti

Sommario

È un tempo in cui i nodi vengono al pettine. Il mondo sta comprendendo quanto sia necessario, vitale, imparare a voler bene al pianeta con rispetto e attenzione. 

Il fascino delle botteghe, del “su misura”, del centimetro al collo, sono senza tempo ed evocano immagini romantiche di un passato che fu. Apparentemente un artigiano come altri, rari per la verità. Che perpetra un mestiere antico, si, ma in quel suo taglia, cuci, imbastisci, disegna e modella c’è molto di più. C’è una visione di futuro diversa, migliore, per le sue figlie e per tutti i figli di queste nostre generazioni. 

Incontriamo Marco Giannetti. Artigiano, camiciaio che fa il suo mestiere salvaguardando una fetta di mondo in un settore tra i più inquinanti del pianeta.

La moda è tra i comparti industriali più inquinanti. Perché la posizione di una linea ecosostenibile? Qual è stata l’ispirazione, la vision, che ha guidato questa coraggiosa scelta?

L’ispirazione è nata da una scelta responsabile. Dal fatto che siamo genitori e questi bambini devono crescere in un mondo migliore rispetto a quello che vediamo oggi. Nel 2030 dovremmo essere tutti adeguati a produrre capi ecosostenibili. Ho voluto cimentarmi un po’ come un pioniere in questo settore, cambiando le carte in tavola del lavoro da artigiano.

Oggi posso dirti che è stata una scelta abbastanza coraggiosa perché abbiamo prodotto tre o quattro linee totalmente ecosostenibili. E devo ammettere che ho trovato tanta gente impreparata intorno a me sul tema “abbigliamento sostenibile”.

Quali sono le caratteristiche del tuo prodotto e perché possiamo definirla moda ecosostenibile? Cosa ha in più o cosa non ha rispetto ad un capo “tradizionale”?

Le caratteristiche che rendono il mio prodotto ecosostenibile sono prima di tutto da rintracciare nel cotone con cui produco. I miei tessuti sono tutti rigorosamente marchiati GOTS, cioè Global Organic Textile Standard. Certificazione che attesta che la fibra tessile proviene da agricoltura biologica. Si tratta di cotoni totalmente naturali privi di finissaggio, di tintura e con un packaging in plastica riciclata e riciclabile.

I bottoni sono di farina vegetale, totalmente ecosostenibili e biodegradabili, addirittura commestibili! Inoltre, il prodotto ecosostenibile, associato alla mia artigianalità è veramente un prodotto a impatto zero. Perché il cotone è naturale, non è lavorato, non si utilizza acqua e non c’è spreco e forza lavorativa sfruttata.

La produzione avviene esattamente con filati che sono cotoni 100% per la cucitura e per le asole, non tinti e sempre a marchio GOTS, per i filati e bottoni. Infine, viene centellinato l’utilizzo di energia elettrica, dosando al minimo tutto il possibile spreco.

moda sostenibile

Siamo onesti: sarebbe stato più semplice proseguire o mantenere una produzione tradizionale? O questo passaggio ad una nuova metodologia e quindi ad un prodotto finito differente è stato meno impegnativo di quanto si immagini? Oppure molto più impegnativo di quanto ti aspettassi?

Si, siamo onesti, è stato molto difficile! È stato difficile per il semplice fatto che c’è tanta impreparazione intorno al tema “ecosostenibilità”. Il mio pubblico ha cominciato ad apprezzarlo quando ho potuto spiegare concretamente e minuziosamente cosa c’era dietro un capo. Che cosa lo differenziava dagli altri rendendolo non solo unico ma anche ecosostenibile.

Ancora oggi manca il giusto mindset sul tema a tutto tondo. Dalla scelta di acquistare capi ecosostenibili, al riciclo del capi ecosostenibili acquistati. Cioè il fatto non buttarli e riutilizzarli così da creare un vero circolo virtuoso dei capi, evitando sprechi. Un altro scoglio è stato l’acquisto dei materiali, soprattutto perché devono essere certificati. Anche se la mia attività resta artigianale, è fondamentale la credibilità nel dare un prodotto che sia realmente ecosostenibile. E per questo la garanzia delle materie prime è fondamentale.

Quali sono le difficoltà più grandi che hai dovuto affrontare per mettere in piedi questa linea?

Le difficoltà sono quelle di avere materie prime veramente certificate, compreso il packaging, cartone riciclato e riciclabile con il laccetto di canapa. Perché se produco un capo ecosostenibile ma chiudo i packaging con un laccio in plastica non riciclata, la credibilità del prodotto crolla. Quindi il prodotto tout court deve essere interamente ecosostenibile.

Che impatto ha avuto questa linea sul mercato? È cambiata la percezione del brand in termini di immagine e reputazione? L’utenza preferisce ancora acquistare le linee tradizionali oppure noti un’attenzione ed un interesse maggiore per la moda ecosostenibile? 

La percezione del brand è cambiata in modo molto positivo. Nel senso che abbiamo via via “educato” il nostro pubblico verso la moda ecosostenibile. Facendo capire cosa significhi ecosostenibilità, rispetto per l’ambiente e spreco di materie prime.E anche perché scegliere un prodotto di questo tipo ha un valore aggiunto ben più ampio di quello immediatamente tangibile del bene acquistato. Noi abbiamo realizzato delle linee a tiratura limitata, numerate, per creare dei capi unici.

È chiaro che mediamente, l’utenza tende a preferire l’acquisto di prodotti tradizionali semplicemente perché hanno costi più accessibili! Per darti un’idea un metro di cotone GOTS può arrivare a costare anche 50€ contro i €25 di un buon cotone “normale”. Senza considerare la canapa, la fibra naturale più resistente al mondo, che quota fino a 95-100€. Dunque, si tratta di prezzi non proprio accessibili a tutti. Ma spero che in futuro lo diventino per incentivare le persone a spendere in una moda ecosostenibile.

abiti ecosostenibili

Tra i 17 Development Sustainable Goals dell’Agenda 2030 si parla di risparmio dell’acqua (l’industria della moda è seconda solo all’industria petrolchimica per quantitativi di spreco di acqua). Innovazione industriale, riciclo della plastica, tutela dell’ambiente, riduzione delle emissioni inquinanti, contrasto al cambiamento climatico. Praticamente una summa di tutto ciò che il settore moda dovrebbe fare per entrare al passo con i tempi. Cosa c’è di questo nella tua linea e nel tuo lavoro?

Le linee della nostra bottega rispettano innanzitutto la linea guida: limitiamo, o azzeriamo, lo spreco di materie prime come l’acqua. Non utilizziamo prodotti inquinanti o chimici neppure per le tinture, che sono tinture all’acqua e indelebili, o per i finissaggi. Usiamo piuttosto la sorona, un composto vegetale che riesce a rispettare i criteri di ecosostenibilità per la colorazione dei tessuti. Ed è di fondamentale aiuto per il rispetto dello standard del brand.

Ci facciamo consegnare il cotone dalla località più vicina per evitare anche l’inquinamento da trasporto. In questo senso, la tecnologia dovrebbe aiutare lo sviluppo di materiali totalmente ecosostenibili, eppure non può evitare il consumo energetico. Quindi, su questo ci sono ancora molti dubbi. L’Italia è indietro rispetto, ad esempio, alla Germania, dove siamo presenti in molti punti, e dove sono sensibilmente più avanti.

Lavoriamo per garantire una moda ecosostenibile, un prodotto con un impatto ambientale nullo. Una lavorazione a mano, l’uso di cotoni garantiti GOTS, l’impiego di packaging in cartone riciclato e riciclabile. Il tutto accompagnato da uno storytelling verso il cliente che dovrà salvaguardare questo prodotto creando un flusso circolare di riciclo.

La cosa che più mi fa piacere è che questo prodotto viene creato artigianalmente nella nostra bottega, totalmente a mano. Perché comunque la mia rimane orgogliosamente una bottega. Cercando di centellinare gli sprechi, usando materiali totalmente ecosostenibili, finanche bottoni biodegradabili.

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